Se il principe azzurro è violento la criminologa insegna a difendersi

Violenze domestiche, stalking, insulti e aggressioni verbali. Sembra banale dire “è violento, vattene”. Invece entrano in gioco tantissimi fattori, dall’educazione ai sensi di colpa alla vergogna,…
di Monica Tappa

 

Violenze domestiche, stalking, insulti e aggressioni verbali. Sembra banale dire “è violento, vattene”. Invece entrano in gioco tantissimi fattori, dall’educazione ai sensi di colpa alla vergogna, dalla paura alla … abitudine. Perché anche stare male è un’abitudine.

Dimenticare se stessi, annullarsi piano piano, non voler vedere i segnali di pericolo, non sentirli, mentirsi, involontariamente. Il femminicidio (l’ultimo, purtroppo, risale a pochi giorno fa) è l’ultimo passo di una catena di orrori. Perché accade? E come imparare a riconoscere i segnali di malessere?

Qualche risposta si può avere a Castelvetro sabato grazie alla presenza di Cinzia Mammoliti, criminologa, docente di Psicologia per la Scuola Superiore dell ‘Amministrazione dell’Interno e di Criminologia per il Polo Anticrimine Interforze, autrice di saggi sui “serial killer dell’anima” e tra i massimi esperti di manipolazione e violenza psicologica, che con quella fisica è imparentata stretta, che, nel salone d’onore della Cantina Settecani, tiene un corso sulla manipolazione relazionale.

Il maltrattamento psicologico, che sfocia anche, spesso, ma non sempre, in quello fisico, ma provoca danni gravissimi, è in aumento ma continua a restare un po’ nella nebbia, non ha confini certi, non viene identificato.

Come esperta, per la sua esperienza, ci spieghi cos’è e perché è così difficile riconoscerlo e riconoscersi vittime di questo tipo di abusi?

“Si parla di maltrattamento psicologico, abuso o violenza morale – spiega Mammoliti – in tutti quei casi in cui le ferite prodotte su chi subisce non lasciano segni visibili in quanto l’oggetto della lesione è fondamentalmente astratto. Si tratta, invero, di sistema identitario, dignità, onore, decoro, libertà di pensiero e tanto altro ancora. L’abusante, soggetto spesso molto vicino all’abusato, frequentemente partner, parente, amico o collega, utilizza le leve emozionali del senso di colpa e della paura per ferire l’altro e lo fa attraverso la violenza verbale, l’umiliazione, la denigrazione, lo svilimento, il silenzio e varie altre modalità che uccidono giorno per giorno a fuoco lento chi le vive (continua)

http://gazzettadimodena.gelocal.it/tempo-libero/2017/08/03/news/se-il-principe-azzurro-e-violento…..-la-criminologa-insegna-a-difendersi-1.15692171